Arrivato alla sua quarta versione era lecito aspettarsi un cambiamento radicale in termini di tecnologia e design, e Cabasse come di consueto non ha deluso né gli appassionati di Home Cinema né i suoi Funs!
Il nuovo Cabasse Eole 4 presenta importanti cambiamenti sia estetici che tecnici. Il design e’ completamente rivisto, rimane la classica forma sferica coadiuvata dalla basetta magnetica orientabile che riscuote enorme successo da anni ma praticamente tutto e’ stato ridisegnato. Si abbandonano le finiture Glossy per elegantissimi ed estremamente aggressivi bianco opaco e nero opaco, che alla vista ricordano macchine sportive e allo stesso tempo di gran classe (Maserati). Le griglie rappresentano l’evoluzione acusticamente piu’ radicale ora in metallo con il logo cromato e ben in vista, questa soluzione garantisce una miglior diffusione del suono non piu’ ostruito dalla tela. Rimane la basetta magnetica che ha la doppia funzione di supporto da muro e base per una parete attrezzata o mensola ma oltre all’ estetica impreziosita da cromature e’ stato ottimizzato sia il fissaggio magnetico che la guarnizione inferiore.
Dal punto di vista tecnico l’altoparlante e’ totalmente nuovo. Un tweeter da 29m sostituisce quello da 19mm dei precedenti modelli, mentre il mid woofer rimane delle stesse dimensioni ma ovviamente riprogettato per una perfetta integrazione con l’altoparlante delle alte frequenze.
Non esente da rinnovamento il subwoofer che cambia addirittura nome. LIPARI21. Le dimensioni sono state ridotte senza trascurare la potenza e sopratutto la velocità a cui eravamo abituati. Il nuovo design permette un utilizzo sia in verticale che in orizzontale (per collocare il box sotto un divano o un mobile).
Il suono:
Ovviamente tutte questi cambiamenti non avrebbero senso se anche dal punto di vista acustico non ci fosse una evoluzione ragionevole. Già da subito il miglioramento rispetto all’ Eole 3 e’ a dir poco evidente. E’ Necessario lasciar suonare il sistema per circa 5/10 ore prima da iniziare a dare un giudizio acustico, ma per raggiungere le prestazioni ottimali occorrono almeno 50/70 ore di rodaggio. Una volta terminato non e’ possibile rimanere indifferenti al risultato finale.
La gamma Alta e’ estremamente piu’ analitica e ricca di dettagli, mentre la media molto neutra e priva di colorazioni. Il Gap con le IO2 (modello supriore alle EOle) si e’ notevolmente ridotto (pur essendoci ancora) tutto rimane estremamente naturale e si fa veramente fatica a credere che quel suono melodioso, realistico e armonioso possa provenire da un sistema dal costo cosi contenuto.
La ricostruzione prospettica rimane simile a quella dell’ Eole3 che era gia’ estesa, forse con un miglioramento meno evidente rispetto all’ risoluzione globale del sistema.
Il sub Lipari pur dimezzando l’ingombro non fa rimpiangere il santorin 21.. anzi.. la sensazione e’ che sia ancora piu’ potente. Nella sezione delle regolazioni del livello del sub e’ segnato un “range” consigliato per l’utilizzo con il satellite Eole4… da buon “Smanettone” l’ho ovviamente settato sul livello massimo ma dopo qualche brano ho preferito livellare tutto sul minimo.. (era effettivamente troppo).
Non sto a dire che l’integrazione tra satellite e sub e’ a dir poco perfetta perchè da 10 anni non mi e’ mai capitato un sistema sub-satellite Cabasse che non integrasse perfettamente i due componenti! Se ben regolato il sub e’ semplicemente NON LOCALIZZABILE!
Amplificazione consigliata.
L’efficienza elevata del sistema garantice una buona versatilità, ed e’ possibile acquistare un ampli economico cosi come uno di livello medio alto. Le differenze si notano piu’ dal lato hi fi che home cinema. Quelli che preferisco personalmente sono Denon e Marantz, I primi per un uso piu’ “Cinema” i secondi per impianti piu’ “HIFI”. Un consiglio e’ : “acquistate un ampli dotato dei Watt giusti per riempire l’ambiente in cui viene installato. Il sistema Eole 4 puo’ raggioungere picchi di SPL incredibili.. non sfruttarli sarebbe un crimine! E ascoltare “Money for Nothing” a volume concerto secondo me e’ una esperienza che va fatta”